Albi illustrati sulla diversità

Albi illustrati sulla diversità per riflettere, crescere, dialogare e confrontarsi…

In questo articolo ho raccolto tutte le recensioni degli albi illustrati che trattano il tema della diversità. Sono albi che ho proposto in diverse occasioni ai miei alunni e che ho selezionato con grande accuratezza sia per l’importanza della tematica affrontata sia per il messaggio educativo che trasmettono.

Barnabus è un piccolo esserino, né topo e né elefante. E’ quel che è. Vive un un laboratorio sotterraneo nascosto, insieme ad altri animaletti mal riusciti come lui, imperfetti. Sono degli scarti in attesa di essere trasformati in qualcosa di bello, piacevole agli occhi del mondo. Vivono in una campana di vetro e sognano, immaginano il mondo di sopra. Il piccolo protagonista non accetta di diventare quello che gli altri vorrebbero vedere, quello perfetto, magari con la pelliccia più morbida, la coda più folta e non da topo, lui si ama e si accetta così com’è, in tutta la sua goffaggine e bellissima imperfezione. Coraggiosamente riesce a sfuggire dalla sua campana, dalla sua prigione ed insieme ai suoi amici conquistare la liberà. Nessun rimpianto e nessun ripensamento, nessuno potrà mai cambiarlo trasformandolo in qualcosa di perfetto. Lui sarà metà elefante e metà topo, per sempre. Orgogliosamente fiero di esserlo. Una storia che insegna ad essere orgogliosi e fieri di se stessi.

I puntini ci insegnano che un mondo migliore è possibile. Una storia semplice ma potente che invita a riflettere sul valore della diversità come ricchezza, risorsa, opportunità di crescita, un dono e una base su cui fondare un’autentica collaborazione. Unire le forze, gli intenti, gli scopi, le capacità di ciascuno, i valori sono i presupposti su cui fondare la vera integrazione in un’ottica inclusiva e accogliente.

Puntino nero ha molti amici, vivono sereni e in pace nelle loro candide paginette bianche. Ad un certo punto accade l’inaspettato: l’incontro con puntino bianco. Anche lui ha tanti amici ma al contrario dei primi loro non sono felici, anzi soffrono; nelle loro paginette nere non hanno nulla. E’ davvero possibile un’unione? I fogli basteranno a contenerli tutti? E’ davvero possibile incontrarsi e stare insieme in una pacifica convivenza? I puntini bianchi meritano una possibilità. La soluzione che trovano è fantastica e permette loro di instaurare un rapporto di fiducia e di armonia davvero nuovo e autentico.

Il protagonista di questo albo è occhione, così lo chiamano tutti. Dall’occhio gigante scende una bava appiccicosa, ma non sono lacrime. Lascia una scia come quelle delle lumache. Sta sempre solo, scava, scava e scava, emarginato da tutti; nessuno osa avvicinarlo. Ha sempre le mani sporche di terra, non sa niente, prende brutti voti, non è come gli altri, non gioca con nessuno. Un giorno però accade l’inaspettato: un bambino si avvicina, gli chiede persino il suo nome. Lui, occhione, apre anzi spalanca le porte del suo mondo solitario e dorato fatto di piccole meraviglie e tesori. Si rivela e si svela al nuovo compagno in tutta la sua ricchezza interiore, le sue conoscenze e la sua intelligenza, nascosta chissà dove. E’ un bambino curioso, amante della natura, ama infangarsi di terra, scruta il cielo e le stelle, le conosce tutte. Questa storia ci invita ad andare oltre, spingendoci a scoprire la vera essenza delle persone aldilà di ogni irragionevole apparenza.

“Mamma, ma tu credi che io abbia le orecchie a sventola?”

“No figlia mia, sono orecchie come le farfalle. Sono orecchie che svolazzano sopra le teste e le cose brutte le colorano di festa”. Un altro potentissimo albo che invita a riflettere sull’importanza di rivendicare il diritto di essere diversi perché è proprio nella diversità che risiede l’unicità di ogni singola persona.

Il muro: questo è un albo in cui le illustrazioni parlano molto chiaro e in diverse lingue tanto quanto sono le facce dei piccoli protagonisti che, in modo simbolico, rappresentano le nazioni del mondo. Veniamo alla trama narrativa: un re, sceso dal suo comodo trono, si accorge con suo rammaricato stupore che il suo regno, da sempre abitato e popolato da facce blu, è invaso da volti di diverso colore, tanti colori. Per ristabilire e riportare l’ordine, decide che la costruzione di un muro potrebbe essere una soluzione, ordina pertanto di erigerlo e confina dall’altra parte di esso tutti i volti stranieri. Ben presto però si renderà conto che tutte le sue richieste e i suoi desideri per abbellire il suo regno non possono essere soddisfatte se non mediante l’intervento dei “diversi” che lui stesso aveva emarginato e allontanato. Il re, accortosi del suo errore, orina l’immediato abbattimento del muro e il ricongiungimento di tutte le facce affinché ognuno abbia la possibilità di esprimersi, valorizzare se stesso e cooperare per il bene comune. La particolarità di ciascuno è la forza di tutti.

“In via del Mirto c’era un muro… Chissà chi c’è oltre il muro? Chissà cosa pensano di noi?”

Questo albo, che si apre in verticale come un calendario, è una storia dalla trama molto semplice, ma il messaggio di cui si fa portavoce è degno di nota: emerge con forza il bisogno di comunicare, dialogare, aprirsi e relazionarsi con l’altro anche se sconosciuto, estraneo. Il muro rappresenta un ostacolo quasi impossibile da superare, ma la tenacia, la determinazione e il desiderio di stare insieme e di conoscersi avranno un ruolo determinante nelle pagine di questo libro. Due gruppi di bambini vivono separatamente, ognuno nella propria parte del muro; non si sono mai visti, né conosciuti, né hanno mai giocato insieme. Sanno che c’è qualcuno dall’altra parte, le voci sono inequivocabili, ma il muro impedisce loro qualsiasi contatto. Spinti dal desiderio e dalla curiosità di sbirciare dall’altra parte, si lanciano cappelli, aquiloni e aeroplani di carta, corde, palloncini, coriandoli e stelle filanti. Ha inizio così una comunicazione attraverso lo scambio di oggetti di vario tipo lasciando immaginare al lettore l’inizio di una luminosa e speranzosa relazione di amicizia. Oltre il muro tutto è possibile.

“Bastano poche forme e pochi colori per disegnare i popoli della terra”. Questo coloratissimo albo è propriamente un abbecedario illustrato in cui ad ogni lettera dell’alfabeto corrisponde la descrizione di un popolo diverso perlopiù minoranze etniche. Essa è arricchita inoltre da una serie di notizie interessanti, curiosità, usi e costumi dei popoli presentati. La particolarità di questo libro è senz’altro l’assemblaggio delle illustrazioni, ricavate combinando di volta in volta e in modo diverso le stesse forme e le stesse colori. Questa impostazione grafica ha un preciso valore simbolico: tutti i popoli della terra sono diversi ma tutti abbiamo le medesime radici, siamo fatti della stessa materia anche se assume svariate sfaccettature. Il messaggio è inequivocabile: è l’autenticità di ognuno che apporta ricchezza al genere umano.

Albi illustrati sulla diversità per i più piccoli

Un libro dolcissimo adatto anche ai più piccoli dalla trama semplice e dalle illustrazioni colorate e accattivanti. E’ la storia di un legame profondo quello che unisce i due protagonisti: un piccolo elefantino e un bambino, è un’amicizia autentica, intessuta d’affetto, cure e piccole attenzioni reciproche. Alla prima difficoltà dimostreranno la loro inossidabile unione. Accudire un elefantino non è impresa semplice, ma il bambino ce la mette tutta per renderlo felice. Un giorno decide di condurlo al Club degli amici animali, ma un cartello affisso al portone d’ingresso vieta l’ingresso agli elefanti senza ulteriori specifiche. Ma poi perché? Si domandano rammaricati e sgomenti. Non si perdono di certo d’animo e dopo un iniziale momento di incredulità, insieme ad una bambina, incontrata sulla via del ritorno e anch’essa esclusa perché proprietaria di una puzzola che non puzza affatto, fanno squadra alleandosi per un progetto ambizioso: fondare un Club in cui ci sia posto per tutti, nessuno escluso. Ci riusciranno? Lascio a voi il finale. Questo albo è un garbato invito all’inclusione e all’accoglienza, l’amicizia è solo il filo conduttore, un sottofondo a tutta la trama narrativa.

Questo curioso racconto ci conduce in un insolito paesello ricavato in un vecchio materasso abbandonato in un giardino. Questo paese è abitato da simpatiche pulcette colorate, ma la particolarità è che ognuna di esse abitata nel proprio buchino, non si sono mai incontrate. Il compleanno della Pulcetta grassa potrebbe essere l’occasione propizia per conoscersi e festeggiare allegramente insieme. L’iniziativa appare subito lodevole, ma quando la festeggiata accoglie le altre nella sua casetta, si rende conto che inconsciamente le aveva immaginate simili a lei: grasse e bianche. Anche le altre, a loro volta, (quasi facendosi le pulci a vicenda), si accorgono, con stupore misto a delusione di essere all’apparenza molto diverse. I festeggiamenti sembrano ormai compromessi, ma il buon senso e una riflessione condivisa permette loro di comprendere che la bellezza di ciascuna risiede proprio in queste sottili differenze. La conclusione a cui giungono potrebbe sembrare banale ma è disarmante in tutta la sua profonda verità: nel paese delle pulcette ognuno nasce diverso dall’altro senza possibilità di scelta, ognuno è come deve essere. La festa ha inizio, musica a tutto volume, le pulcette iniziano a scatenarsi e a saltellare felici. D’altronde è risaputo che le pulcette adorano ballare.